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Franceschini:

assegno a chi perde posto

2009-02-028

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CORRIERE della SERA

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2009-02-28

IL SINDACATO MANIFESTA PER IL LAVORO E A DIFESA DEL diritto di sciopero

Franceschini: assegno a chi perde posto

Centinaia in piazza con la Cgil a Torino

Il segretario del Pd: "Berlusconi presenti un decreto legge e lo sosterremo. Basta litigiosità interna"

MILANO - Un assegno mensile a chi perde il posto di lavoro. Questa la proposta lanciata dal segretario del Pd Dario Franceschini, non senza una stoccata ironica al premier Berlusconi. "La prima proposta contro la crisi è di dare un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro", ha detto Franceschini a Bari, intervenendo a una manifestazione nel teatro "Piccinni" di Bari. "Berlusconi porti il provvedimento in aula. Se vuole presenti pure un decreto legge e noi lo sosterremo - ha aggiunto Franceschini-. Ci accusano del fatto che diciamo solo dei no? Diciamo invece a Berlusconi: faccia un decreto, ne ha fatti tanti, e noi in Parlamento lo sosterremo perché qui l’urgenza c’è".

MEA CULPA - Franceschini ha poi affrontato le difficoltà del Pd. "Gli errori di Veltroni sono anche i miei errori, me ne prendo tutta la responsabilità", ha detto. Tra i limiti indicati dal segretario, la lentezza nella costruzione del partito e le controversie interne: "Il limite più grande di tutti è l'insopportabile litigiosità interna, non se ne può più. Ho chiesto ai leader e alle personalità del partito di andare pure in tv, ma di farlo per criticare il governo, non per mettere in piazza i nostri problemi". Passando agli aspetti positivi, Franceschini ha commentato la lentezza nella costruzione del partito: "Si sapeva che non si poteva fare con un colpo di bacchetta magica e che sarebbe stato un lavoro lungo e difficile. Dobbiamo rivendicare con orgoglio quello che è stato fatto. Non parliamo solo dei nostri limiti ma rivendichiamo ciò che è stato fatto".

CASINI: PATTO GENERAZIONALE - Per Pierferdinando Casini, "la crisi non merita i ritardi e le incertezze che il governo sta dimostrando nell'affrontare l'emergenza economica". Secondo il leader dell'Udc "le piccole e medie imprese sono strozzate dalle banche. Chiediamo al governo di assumere una grande iniziativa per un nuovo patto tra le generazioni, una riforma del sistema previdenziale per consentire di dare denaro fresco a famiglie e imprese".

A TORINO - Nella mattinata di sabato si è svolta la marcia per il lavoro promossa dalla Cgil Piemonte. In testa al corteo lo striscione "Contro la crisi una soluzione c'è: lavoro e contratti". Tra le centinaia di lavoratori che sono scesi in piazza spiccavano cartelli gialli con le ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria aggiornate allo scorso gennaio: le percentuali evidenziavano aumenti a tre cifre in tutta la regione.

DIRITTO DI SCIOPERO - "Al centro di iniziative come queste continuano a esserci il lavoro e la difesa dell'occupazione - ha sottolineato Agostino Megale, della segreteria confederale Cgil -. E' evidente che se il ministro del Lavoro e il governo in una situazione come l'attuale pensano di poter agire con un disegno di legge delega che altera o modifica il diritto di sciopero, noi ci opporremo. Anche perché come Cgil, insieme agli altri sindacati confederali siamo sempre stati contro gli scioperi corporativi, che procurano disagi ai cittadini e che mettono l'uno contro l'altro, ma questo non può voler dire procedere d'autorità modificando il diritto di sciopero". Quanto poi all'intesa raggiunge tra governo e Regioni sugli ammortizzatori sociali, il responsabile nazionale della Cgil ricorda che "andrebbe riconosciuto a tutti i lavoratori, precari e stabili, un diritto universale ad essere sostenuti durante la crisi con sostegni economici che ad oggi non ci sono".

28 febbraio 2009

 

REPUBBLICA

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2009-02-28

L'organizzazione sindacale parla di 60 mila persone, le forze

dell'ordine di 10 mila. "Impennata della cassa integrazione"

Crisi, migliaia in piazza a Torino

Pd: "Assegno a chi perde il lavoro"

Il segretario dei democratici Franceschini: "Berlusconi

porti il provvedimento in aula, noi lo sosterremo"

Crisi, migliaia in piazza a Torino Pd: "Assegno a chi perde il lavoro"

TORINO - Decine di migliaia di persona stamattina in piazza a Torino per il lavoro, alla marcia promossa dalla Cgil Piemonte, sessantamila persone secondo il sindacato, diecimila per le forze dell'ordine. Qualche ora dopo, parlando a Bari, il segretario del Pd, Dario Franceschini, lanciava la sua proposta per aiutare chi perde il lavoro: "La prima proposta contro la crisi è di dare un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro. Berlusconi porti il provvedimento in aula, noi lo sosterremo". "Se vuole presenti pure un decreto legge, visto che ne ha già fatti tanti", ha aggiunto il n.1 dei democratici.

Il corteo nel capoluogo piemontese era aperto dallo striscione "Contro la crisi una soluzione c'è: lavoro e contratti". Tra le centinaia di lavoratori che sono scesi in piazza, cartelli gialli che riportano le ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria aggiornate allo scorso gennaio con percentuali che evidenziano aumenti a tre cifre in tutta la regione. Numerosi gli esponenti politici che hanno sfilato in corteo da piazza Vittorio a piazza Castello: tra gli altri, il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero e l'ex ministro Pd, Cesare Damiano.

Un dato per tutti: in Piemonte a fine gennaio 2009 le ore di cassa integrazione ordinaria erano quasi 4 milioni, con un incremento del 599% rispetto al gennaio 2008 mentre quella di Cig straordinaria ammontavano ad oltre 2 milioni, con una crescita del 196,4%. Dati ai quali si aggiungono 28 mila lavoratori in mobilità di cui il 40% donne.

"Al centro di iniziative come queste continua a esserci il lavoro e la difesa dell'occupazione - sottolinea Agostino Megale della segreteria nazionale Cgil - è evidente che se il ministro del Lavoro e il governo in una situazione come l'attuale pensano di poter agire con un disegno di legge delega che altera o modifica il diritto di sciopero, noi ci opporremo anche perchè come Cgil, insieme agli altri sindacali confederali siamo sempre stati contro gli scioperi corporativi, che procurano disagi ai cittadini e che mettono l'uno contro l'altro, ma questo non può voler dire procedere d'autorità modificando il diritto di sciopero".

Su questo punto interviene anche il segretario piemontese della Cgil, Vincenzo Scudiere, che sottolinea "le altre organizzazioni stanno assecondando il disegno del governo che tenta di isolare la Cgil ma manifestazione come quella di oggi dimostrano che la Cgil non è sola".

(28 febbraio 2009)

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L'UNITA'

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2009-02-28

Disoccupazione, no di Berlusconi all'assegno

Dei disoccupati il governo non si occupa, né si preoccupa. Anzi, da Bruxelles - nonostante la pressante richiesta del segretario Pd, Franceschini - arriva il secco no di Berlusconi.

Un assegno di disoccupazione in questo momento in Italia per fronteggiare la crisi "non è sostenibile". "Sono d'accordo che quando maggioranza e governo presentano una decisione in Parlamento sono aperte al voto di tutti come sempre - ha affermato nella conferenza stampa finale del vertice Ue - peccato che abbiamo anche degli impegni europei e che c'è l'impegno di Maastricht che ha un costo".

Una spesa quindi di circa l'1,5% del Pil "credo non sia sostenibile".

Franceschini ha spiegato in dettaglio anche a "Che tempo che fa" la proposta dell'assegno. "I fondi - ha detto - vanno reperiti con tagli agli sprechi della spesa pubblica ma soprattutto con il recupero dell'evasione fiscale". "In mano ai nostri avversari - ha aggiunto - sembra che diamo soldi a tutti, tipo Antonio La Trippa". Il segretario del Pd ha spiegato che ora gli ammortizzatori sociali sono garantiti solo ad alcuni lavoratori mentre precari, dipendenti delle piccole e medie imprese e chi ha contratti di collaborazione "quando smettono di lavorare vanno a zero lire". I fondi per garantire questo "accompagnamento ai lavoratori in uscita", secondo Franceschini, potranno venire da più voci come ad esempio il taglio della spesa pubblica contro gli sprechi, ma soprattutto dalla lotta "all'evasione fiscale che in Italia si stima sia intorno ai 110 miliardi.

Da quando hanno iniziato a governare loro, gli studi dicono che è aumentata di 7-8 miliardi". Basterebbe recuperare il 10% dell'evasione - ha aggiunto - per finanziare queste cose". In ogni caso, secondo il segretario del Pd, l'evasione è "contro la legge e da condannare "ma in questo momento di crisi è un delitto che va combattuto con forza".

Ma Berlusconi non ci sente, preferisce parlare del Milan. E dice no. La crisi però è durissima, investe l'intero Paese tanto che un appello per i lavoratori della Fiat di Pomigliano d'Arco arriva addirittura da piazza San Pietro e dal Papa. Benedetto XVI ha salutato unaa delegazione di operai dopo l'Angelus. "Sono qui - ha detto il Pontefice - a manifestare la loro preoccupazione per il futuro di quella fabbrica e delle migliaia di persone che, direttamente o indirettamente, dipendono da essa per il loro lavoro. Penso - ha aggiunto -anche ad altre situazioni ugualmente difficili, come quelle che stanno affliggendo i territori del Sulcis-Iglesiente, in Sardegna, di Prato in Toscana e di altri centri in Italia e altrove".

"Desidero esprimere - ha detto il Pontefice - il mio incoraggiamento alle autorità sia politiche che civili, come anche agli imprenditori, affinchè con il concorso di tutti si possa far fronte a questo delicato momento". Per il Papa, "c'è bisogno di comune e forte impegno, ricordando che la priorità va data ai lavoratori e alle loro famiglie".

"Speriamo che le parole del Pontefice aprano la mente al consiglio d'amministrazione della Fiat": lo ha detto Gerardo Giannone, del Cantiere comunista alla Fiat di Pomigliano. "Siamo molto contenti - ha aggiunto Gianone - ma dopo le parole del Papa, e l'interesse mostrato dal presidente della Repubblica, adesso resta il nodo centrale di una missione produttiva per il nostro stabilimento, che può dare calma e tranquillità alla classe operaia. Un movimento, quello dei lavoratori di Pomigliano, che ha dimostrato, in queste settimane, di poter fare sentire la propria voce ovunque".

"Siamo commossi dal fatto che anche Benedetto XVI ci abbia espresso solidarietà. Ma ora attendiamo che a fare la propria parte sia la Fiat, il cui silenzio ci spaventa moltissimo": è quanto sostenuto da Sebastiano D'Onofrio, Rsu Fiom della Fiat auto di Pomigliano, il quale ha auspicato che "l'azienda ascolti almeno le parole del Pontefice". "Finora sembra abbiano fatto orecchie da mercante - ha aggiunto - e non hanno ascoltato nessuno. Speriamo che la massima autorità ecclesiastica apra uno spiraglio. Avevamo chiesto la sua solidarietà, ed è arrivata puntuale, grazie anche all'intervento del vescovo di Nola". Venerdì scorso, a scendere in piazza con i lavoratori dello stabilimento, infatti, c'era anche monsignor Beniamino Depalma, che aveva invocato Dio affinchè "illumini le menti", a tutela dei posti di lavoro degli oltre 5mila operai della fabbrica.

E intanto la situazione di disperazione che si vive a Pomigliano D'Arco, dove 5500 operai sono dallo scorso anno in cassa integrazione a 750 euro al mese, senza contare altre 9000 famiglie dell'indotto, è descritta in un'intervista alla Radio Vaticana dal parroco locale, don Peppino Gambardella, presente oggi in piazza San Pietro insieme ad una delegazione di operai della Fiat.

"La nostra Caritas si sta affollando di nuovi poveri: chi chiede di pagare le bollette che non può pagare, chi chiede viveri che non ha, chi chiede lavoro...sono situazioni di disperazione!", spiega. "Noi - aggiunge - abbiamo paura che questo fenomeno faccia crescere l'usura, i furti, la delinquenza: la camorra approfitta anche di questi momenti per assoldare nuovi adepti. Si parla già dell'arrivo di estorsori che vengono a chiedere il pizzo qui, in città".

Per questo anche il parroco rivolge "un invito alla Fiat a trattare e a mettere al primo posto la dignità delle persone e non il capitale". Quanto al ruolo della Chiesa, egli osserva che essa "sta diventando sempre di più il punto di riferimento". "La società - conclude - non si fida più della politica".

01 marzo 2009

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-02-28

Berlusconi. "Assegno di disoccupazione? Non attuabile"

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1 marzo 2009

SONDAGGIO / assegno ai discoccupati si o no?

"L'assegno di disoccupazione? Non è sostenibile". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa a Bruxelles al termine del vertice straordinario Ue.

Il leader del Pd Dario Franceschini aveva invitato il premier a fare un provvedimento d'urgenza su questo punto. "La nostra prima proposta - ha detto il leader del Pd - è un assegno mensile di disoccupazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro". Il Cavaliere ha risposto da Bruxelles che il Governo vorrebbe "fare ancora di più" per fonteggiare i problemi aperti dalla crisi e, in particolare, la disoccupazione, ma la misura non è sostenibile, perchè costerebbe 1,5 punti di Pil. "Noi viviamo in Europa - ha detto il premier - e abbiamo quindi vincoli europei", nonchè, ha spiegato, un enorme debito pubblico.

 

 

 

 

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